Quando si parla di Presepe Vivente, viene subito in mente l’immagine dei nostri presepi casalinghi che improvvisamente prendono vita.
Personaggi, animali, paesaggi che escono dalla staticità e si proiettano in un tempo che, lontano da noi, si riappropria della sua anima. È proprio la voglia di far rivivere questa anima che ci ha condotto, ormai tanti anni fa, a far vivere il presepe nell’orto dei Frati carmelitani della comunità di Sant’Antonio Abate.
Era il 2000. Era l’inizio di un nuovo anno catechetico. Erano maturi i tempi per guardare più in là del Natale in famiglia. Con il gruppo dei ragazzi del post-cresima iniziò un percorso di conoscenza e approfondimento della storia, della geografia, della cultura e della vita ai tempi di Gesù.
L’entusiasmo dei nostri ragazzi è stata la spinta per proporre la realizzazione di un Presepe Vivente nella nostra Parrocchia. In un primo momento sono stati coinvolti i rappresentanti più stretti delle realtà parrocchiali chiedendo la loro disponibilità in base alle competenze personali. È così che sono stati reclutati sarti, carpentieri, elettricisti, manovali, uomini e donne di grande competenza e, soprattutto, di buona volontà; perché per un progetto ambizioso, come il Presepe Vivente, non si può improvvisare ma si deve, necessariamente, pianificare e programmare.
Notti insonni e giorni attivi spesi per preparare tutto quanto necessario nella piena condivisione di gioie e fatiche. Siamo partiti un po’ in sordina, senza tante velleità di magnificenza; così, giusto per seguire l’istinto e l’istante della voglia di giovani ragazzi. Il primo anno è stato caratterizzato da una rappresentazione prettamente parrocchiale, con i giovani, i catechisti, gli appartenenti alla comunità, coinvolti come figuranti. Il nostro primo bambinello, ormai ultraventenne, aveva appena quaranta giorni di vita. Ma quei primi quaranta giorni sono, poi, diventati dieci anni; con dieci bambinelli tutti nati entro l’anno precedente alla rappresentazione. Dopo quel primo anno la nostra esperienza si è andata costantemente affinando e migliorando, ponendo una attenzione specifica anche ai più piccoli particolari.
Dopo quel primo anno la nostra esperienza si è andata costantemente affinando e migliorando, ponendo una attenzione specifica anche ai più piccoli particolari.
Per ogni Presepe Vivente che è stato proposto c’è stato, dietro, un progetto studiato attentamente. Si partiva da un tema specifico e intorno a esso veniva costruito tutto il progetto, dai personaggi, agli accessori, alle costruzioni, agli animali, ai dialoghi (laddove le parti erano recitate), ai movimenti. Punto di forza sono state le interazioni con i visitatori i quali, calandosi completamente nella Betlemme dell’anno zero, si sono trovati a vivere la vita dei pastori mentre preparavano i loro prodotti; a rubare i segreti delle massaie mentre preparavano focacce e piatti tradizionali, annusando non solo l’odore di cibi e luoghi ma assaporando anche la bontà di quanto preparato.
Se un presepe deve vivere, allora è bene che lo faccia fino in fondo e nei nostri presepi di vivente c’è stata anche la crescita dei nostri personaggi che, anno dopo anno, sono aumentati nel loro numero fino a raggiungere, nell’ultimo anno di rappresentazione, ben oltre le cento unità.
La nostra esperienza ha, poi, avuto una battuta d’arresto ma la voglia di vivere nuovamente un Presepe Vivente non si è mai, in realtà, sopita. Per questo, sempre a opera delle giovani leve, si è riproposta la volontà di riprendere questa attività che è nel DNA della Parrocchia di Sant’Antonio Abate.
Sono stati proprio quei “bambinelli”, quei bimbi delle prime edizioni, che hanno, nuovamente, coinvolto nel progetto Presepe Vivente la comunità parrocchiale. È così che i “vecchi” porteranno la loro esperienza e i “giovani” la loro freschezza per creare, ancora una volta, quella magia che tutto può, nel nome di un bambino che, ogni anno, non smette di nascere nei nostri cuori.