Il Pennazzi riferisce che Stefano Colonna, signore di Palestrina, il 17 giugno 1449 donava ad un certo Sante Giov. Antonio Colajacomo una casa con forno posta nel Borgo di Palestrina, libera da ogni onere, ma salvi sempre i diritti che su tale casa ha la Chiesa di San Antonio Abate di Palestrina. Lo storico prenestino Mons. Leonardo Cecconi, afferma nel suo libro "Storia di Preneste Città del prisco Lazio" che i Padri Carmelitani erano già presenti a Palestrina a partire dall'anno 1449, infatti scrive: "Né picciolo argomento dell'accrescimento di questa Città (Palestrina n.d.a.) si è che nell'anno 1449 vi erano senza dubbio i Religiosi Carmelitani, che allora dicevano i Romiti del Monte Carmelo, i quali non sarebbero certamente venuti a fondar Convento in un Luogo deserto, e spopolato.
Nell'anno accennato (1449) il 17 Giugno fu ai medesimi lasciata una Casa: e un'altra ne comprarono l’11 Marzo 1467 per ampliar la Chiesa di S. Antonio al predetto convento unita da Alessandro VI, e poscia confermata loro da Giulio II sotto il 2 luglio 1512. Come in seguito furono accresciuti in più nobile forma non solo la Chiesa, ma anche il Convento, susseguentemente lo rileveremo. In tanto è da osservarsi che questo dopo quello di Perugia è il più antico, che abbia la Religione Carmelitana nella Provincia di Roma. Ne debba recar maraviglia che la strada esistente avanti il medesimo a nostri giorni si chiami volgarmente del Borgo, benché sia nel centro della Città; imperocché in quei primi anni si credeva quasi un'appendice del rinascente Luogo.".
Sempre il Pennazzi afferma che in un istrumento in pergamena dell'archivio era scritto che nell'anno 1467, per gli atti di Francesco Rosiceli, prete, e testimoni Bartolomeo di Colajacomo e Giovanni Molla, il P. Salvatore de Arvellis di Napoli, Priore Carmelitano della Chiesa di Palestrina, col consenso dei suoi confratelli F. Vincenzo e F. Gervasio, e col mandato del Signore Stefano Colonna, alienare una casa che appare al convento e che era situata vicino "La Refota" in contrada Borgo. Anche il Petrini, altro storico prenestino, conferma che la officiata dai padri carmelitani provenienti da Napoli già dal 19, ed aggiunge che il 9 ottobre 1573 viene affidata alla loro cura anche un’altra Chiesa, che era ubicata fuori le mura di Palestrina, sotto il titolo delle Grazie, la quale era stata governata fino ad allora da un'adunanza di persone laiche. Il convento dei Carmelitani di Palestrina appartiene alla Provincia Romana, eccetto per il periodo 1640-1759, quando fu soggetto al Priore Generale.